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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,61
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originale
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[61] Num censes igitur suptiliore ratione opus esse ad haec refellenda? Nam mentem fidem, spem, virtutem, honorem, victoriam, salutem, concordiam ceteraque huiusmodi rerum vim habere videmus, non deorum. Aut enim in nobismet insunt ipsis, ut mens, ut spes, ut fides, ut virtus, ut concordia, aut optandae nobis sunt, ut honos, ut salus, ut victoria; quarum rerum utilitatem video, video etiam consecrata simulacra; quare autem in iis vis deorum insit, tum intellegam, cum ex te cognovero. Quo in genere vel maxime est fortuna numeranda, quam nemo ab inconstantia et temeritate seiunget, quae digna certe non sunt deo.
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traduzione
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61. Occorre forse una critica pi? sottile per confutare queste argomentazioni? La mente, la fede, la speranza, la
virt?, l'onore, la vittoria, la salute, la concordia e ogni altra consimile entit? ? chiaro che sono delle astrazioni, non delle
divinit?.
Esse infatti o sono in noi, come la mente, la speranza, la fede, la virt?, la concordia, o costituiscono l'oggetto di
una nostra aspirazione, come l'onore, la salute, la vittoria. Di tutti i fenomeni nei quali m'? dato scorgere qualche
vantaggio per l'uomo vedo anche consacrate le statue, ma la ragione per cui recherebbero in s? un principio divino
l'intender? solo quando me l'avrai ben spiegata. A questa categoria appartiene soprattutto la Fortuna, una figura
inseparabile da quelle caratteristiche di instabilit? e casualit? che non si addicono certo ad un dio.
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